Esistono svariate tipologie di Ipoacusia e distinguere qual è quella da cui si è affetti permette ai professionisti di agire sulla problematica nel modo corretto. Con questo termine indichiamo un deficit uditivo, la mancanza o l’indebolimento della capacità di elaborare suoni.
Vediamo più nel dettaglio i diversi tipi, essa può essere classificata in base alla causa del danno, alla zona dell’orecchio dove si verifica il danno, ed infine rispetto alla gravità.
Tipologie di Ipoacusia:
- Ipoacusia di tipo centrale: Qui la soglia uditiva non è molto al di sotto del normale ma si ha difficoltà a seguire i discorsi, soprattuto in ambienti dove vi è confusione.
- Ipoacusia di tipo periferico che si divide in:
- Ipoacusia Neurosensoriale: si verifica quando è l’orecchio interno ad essere danneggiato; le cause possono essere, l’invecchiamento, fattori genetici, chemioterapia o esposizione a rumori forti.
- Ipoacusia Trasmissiva: è tra quelle più comuni; un ostruzione impedisce la trasmissione del suono in modo chiaro al cervello. Essa può derivare dall’otite del nuotatore, cerume eccessivo o una perforazione del timpano.
- Ipoacusia Mista: è la combinazione di quella Neurosensoriale e quella Trasmissiva; dove cioè sia l’orecchio interno che quello esterno sono danneggiati.
Distinguiamo l’ipoacusia acquisita da quella congenita:
Quella congenita, come ci suggerisce la parola, è presente già dalla nascita e può derivare da fattori genetici o infezioni che si presentano nel periodo pre-natale.
Quella acquisita, che si presenta cioè in seguito alla nascita, si distingue in prelinguale e postlinguale.
L’ultima classificazione per l’ipoacusia da fare è quella generata in base alla gravità, stilata valutando la soglia uditiva:
Lieve: soglia audiometrica compresa tra i 20 e i 40 db
Moderata: compresa tra 41 e 70 dB
Grave: tra 71 e 95 dB
Profonda: soglia audiometrica oltre i 95 dB
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